L'arte della norcineria si perde nella storia, ma ancora oggi la maestria dei “norcini” si tramanda di generazione in generazione per creare una delle eccellenze gastronomiche del nostro territorio: il Prosciutto di Norcia
L’allevamento del maiali era già diffuso in Valnerina in epoca romana. La presenza di boschi di quercia garantiva la presenza delle ghiande, cibo di cui i maiali avevano bisogno per nutrirsi.
Il prosciutto di Norcia è quindi, un prodotto tipico del territorio, che è diventato eccellenza gastronomica, grazie a chi, col passare degli anni ha lavorato con cura, maestria e metodo tramandati di generazione in generazione, per ottenere un prodotto che nel 1997, ha ottenuto la certificazione IGP e la denominazione “Prosciutto di Norcia IGP”.
Le caratteristiche che il prosciutto di Norcia deve presentare per avere il marchio IGP sono raccolte in un disciplinare, e sono:
Forma a “pera”.
Assenza del piedino.
Peso superiore a 8,5 kg.
Presenza della sugna a protezione della parte scoperta dalla cotenna.
Colore della fetta al taglio dal rosato al rosso, consistenza compatta.
Sapidità contenuta.
La selezione della materia prima è fondamentale.
Segue il processo di doppia salatura, la carne viene massaggiata, quindi lavata, e si passa alla sugnatura, che protegge la parte della carne priva di cotenna.
La stagionatura viene fatta all’interno di locali appositi per un periodo non inferiore ai 12 mesi.
Se possiede i requisiti richiesti dal disciplinare, il prosciutto di Norcia viene marchiato a fuoco con il logo del Consorzio di Tutela del Prosciutto di Norcia IGP e immesso sul mercato.
Il modo migliore per gustarlo è da solo o con un pezzetto di pane.
Perfetto per essere abbinato a salumi e formaggi, fichi, melone o per essere impiegato in numerose ricette.