Un amaro antico, nato nei primi del secolo scorso dalle mani di un farmacista umbro, di Terni per la precisione, il signor Morganti, titolare dell’omonima farmacia.
Il Morganti creò il Viparo come prodotto atto ad alleviare le problematiche della digestione di una sua cliente, e poi lo rese disponibile anche agli altri. Inizialmente veniva servito direttamente in farmacia, in piccoli bicchieri, e divenne sempre più noto e apprezzato, tanto che Morganti nel 1912 decise di dargli un nome e depositarne la ricetta. Lo chiamò appunto Viparo, dal latino “vis pario”, cioè “genero forza”.
Dopo una diffusione “passaparola”, iniziò ad essere pubblicizzato con manifesti e affissioni sui giornali dell’epoca, e divenne un prodotto di uso comune. Addirittura, un cucchiaino veniva dato anche ai bambini.
Conobbe il suo successo maggiore negli anni 60 del 900, quando si decise di ampliarne la produzione, iniziando a imbottigliarlo direttamente e ad estenderne la commercializzazione anche in altre città.
Il Viparo però ha vissuto anche periodi bui, e per qualche anno, la sua produzione è stata interrotta.
Di recente però, la famiglia Morganti, da sempre custode del marchio e della ricetta, ha deciso di rilanciare l’amaro Viparo, e riportare sulle nostre tavole l’amaro che parla di storia e di tradizione… e che eravamo abituati a vedere nelle credenze delle nostre nonne.
La ricetta è, ovviamente, quella originale studiata da Metello Morganti.
L’amaro Viparo è ottenuto da un infuso di erbe, spezie e radici (tra cui rabarbaro, timo, erba angelica, noce moscata e anice), tutte selezionati secondo rigorosi criteri di qualità in accordo con la più autentica tradizione, che viene lavorato e fatto invecchiare sapientemente.
Può essere bevuto da solo, liscio, come amaro, o dopo i pasti per aiutare la digestione, come d tradizione. Da provare Viparo anche con ghiaccio, ma anche nella preparazione di dolci, a guarnizione di semifreddi e con il gelato.
